Negli ultimi anni, il settore del Packaging, ha subito una forte crescita a livello mondiale, sebbene fosse da sempre un settore molto florido in base all’assunto che ciascun prodotto debba essere imballato, seguendo determinate procedure e con determinati materiali per conservarsi e mantenersi integro durante il suo ciclo di vita.
Il rapido sviluppo del settore Packaging deriva, non solo dalla diffusione della distribuzione a libero servizio (GDO), ma anche, e parallelamente, dalla necessità di pensare a soluzioni sempre più sostenibili e funzionali: i cosiddetti ‘flexible packages’.
Si tratta quindi di creare un packaging smart, fatto da materiali biodegradabili e riciclabili che mantenga, al tempo stesso, leggerezza e facilità di utilizzo. Riportiamo un esempio. Deliveroo, è una delle più famose aziende di food delivery, che ha recentemente annunciato la scelta di abbracciare l’eco packaging per abbandonare definitivamente la plastica. Anche Lidl Italia, che lo scorso marzo ha annunciato il suo obiettivo per il 2025 di ridurre l’impiego di materiali plastici di almeno il 20%, rappresenta un altro tra i tanti esempi di aziende che hanno abbracciato questa scelta strategica.
Questa evoluzione del concetto di packaging ha portato all’invenzione di soluzioni curiose e altamente ‘green’. Un esempio è il packaging idrosolubile, un imballaggio per lo spazzolino da denti realizzato da un designer canadese, costituito da un composto polivinilico non tossico e biodegradabile al 100%, mescolato a pasta cellulosica. L’imballo, stampato con inchiostro a base di soia, mira a raggiungere l’obiettivo zero scarti: è infatti completamente idrosolubile in acqua in appena 10 secondi, senza lasciare alcuna traccia.
Altro esempio è il packaging organico, focalizzato sull’uso di materiali totalmente naturali, riciclabili e su metodi di produzione sostenibili: Happy Eggs, è un packaging sostenibile per uova, realizzato in paglia pressata.
Per non parlare del Packaging usa-e-pianta, ideato dal designer slovacco Michal Marka, che dopo l’utilizzo si trasforma in una ciotola per coltivare erbe aromatiche. I materiali sono tutti biodegradabili, e sotto l’etichetta adesiva si trovano dei semini da piantare.
Finiamo con il Packaging commestibile che, ispirandosi alla frutta, la cui buccia è quasi sempre edibile assieme alla polpa, ha portato il professore di Hardware David Edwards, ha mettere a punto una serie di involucri commestibili fatti di noci, frutta secca e semi, per contenere cibi soliti e liquidi.
Via all’ingegno, quindi per rispondere alla domanda dei consumatori, sempre più orientata verso aziende che optano per un packaging sostenibile, il cui mercato globale raggiungerà un valore di circa 440 miliardi di dollari entro il 2025, con un tasso di crescita annuale del 7.7 per cento.
L’atteggiamento critico, sensibile e razionale delle persone sugli effetti ambientali del ciclo di vita del prodotto, non potrà portare alla svolta definitiva nel mondo degli imballaggi, se non sarà affiancato da scelte politiche che incoraggino, incentivino e regolamentino i cambiamenti di questo variegato e complesso settore produttivo.