Il Packaging ha portato, negli ultimi anni, ad un grosso aumento dell’occupazione. Di contro, però, le aziende denunciano la grave mancanza di operai e tecnici specializzati.
La realizzazione di un imballaggio è frutto del processo lavorativo che vede coinvolte svariate figure professionali, ognuna delle quali responsabile di un preciso aspetto della creazione della confezione.
Gli analisti sono i primi attori coinvolti nel processo di creazione del package. Si tratta dei professionisti che svolgono ricerche dettagliate, che permettono di trovare e scegliere, in maniera oculata, il materiale migliore per confezionare un prodotto; ogni articolo necessita di essere imballato con determinati materiali, che possano consentirne la conservazione e l’integrità durante il suo ciclo di vita. Anche i progettisti, sono collocati nella fase iniziale del processo di creazione del package, in quanto effettuano ulteriori analisi di mercato per ottenere informazioni aggiuntive e rapportarle a quelle ricevute dagli analisti. Tale figura professionale deve capire se, il progetto che sta per essere realizzato, sia similare ad uno già creato e, in caso positivo, capire gli aspetti critici e quelli positivi ed effettuare eventuali modifiche per creare una convezione originale e funzionale in tutti i suoi aspetti.
La terza figura professionale è quella degli addetti alla realizzazione degli imballaggi, figure altamente qualificate ed operative, che, seguendo le direttive dei responsabili di progetto, effettuano tutte le varie lavorazioni atte a creare un imballaggio in grado di proteggere al massimo un determinato prodotto.
A supervisionare la qualità dell’imballaggio, ci sono poi i responsabili del controllo qualità, che si occupano di valutare se le confezioni siano idonee alle direttive dell’azienda e agli standard di qualità minimi che devono essere rispettati durante la creazione della confezione.
Un ulteriore controllo viene fatto dal responsabile della spedizione che si occupa, dopo una ulteriore verifica circa l’idoneità della confezione, di autorizzarne la spedizione, garantendo che il prodotto giunga perfettamente integro a destinazione.
L’innovazione e l’automatizzazione dei processi hanno portato alla necessità di un’altra tipologia di figura ovvero il tecnico per l’automazione il packaging, che opera nella realizzazione, integrazione e controllo di macchine e sistemi automatici destinati ai più diversi tipi di produzione. Questa figura è altamente specializzata in quanto utilizza di dispositivi di interfaccia tra le macchine ed i sistemi che le controllano, intervenendo nella loro programmazione, collaudo e messa in funzione, documentando le soluzioni sviluppate. Gestisce quindi i sistemi di comando, controllo e regolazione, collaborando con le strutture tecnologiche preposte alla creazione, produzione, manutenzione dei dispositivi su cui interviene, curando e controllando aspetti economici, normativi e relativi alla sicurezza.
La domanda allora è: come mai non si riescono a trovare queste risorse? Possiamo identificare la prima causa nella riduzione, sempre più marcata, dei fondi destinati alle scuole, che hanno ridotto le ore di formazione soprattutto per quanto riguarda i laboratori, cioè la parte pratica dell’apprendimento – nonché quella maggiormente allineata al mondo del lavoro. Conseguentemente, la formazione è stata per molto tempo ritenuta una perdita di tempo anziché un investimento, da parte delle aziende.
In secondo luogo, le Scuole e le Università non sono riuscite ad organizzare adeguati percorsi di orientamento e formazione, che potessero dare indicazioni concrete ai ragazzi, sui percorsi di studio maggiormente spendibili sul territorio.
Non ultimo, il fatto che, il progresso tecnologico così veloce ed esigente, non abbia consentito un adeguato passaggio generazionale tra gli imprenditori che hanno creato le aziende e gli apprendisti successori, che sono stati investiti dalla trasformazione dei processi, senza avere competenze sufficienti per riuscire a gestirli, governarli e comprenderli a fondo. Questa velocità nei cambiamenti ha impedito un adeguato passaggio di competenze tecniche e di quell’autentica tensione positiva al lavoro, che animava i fondatori delle aziende.
Aziende, istituzioni e parti sociali, devono unire le loro risorse per agevolare e sostenere l’inserimento delle nuove generazioni nei processi industriali, garantendo loro percorsi formativi mirati e specifici per le nuove esigenze, ma dando loro anche strumenti per riflettere e mantenere un atteggiamento critico, al fine di non essere travolti passivamente dai cambiamenti.