Il futuro dell’industria 4.0 per Omron? Una fabbrica flessibile, dinamica e autonoma in cui uomo e macchina lavorano in armonia. Impianti, processi e persone integrati in una produzione collaborativa. Il tutto per una società migliore e più sostenibile.
Come fare innovazione oggi?
«Una delle più grandi sfide per noi è capire cosa vuol dire fare innovazione oggi, in un contesto caratterizzato da fortissima volatilità e crisi internazionali. Senza contare la discontinuità dovuta alla pandemia e al post pandemia, di cui la scarsità di materiali è uno degli esempi più lampanti. C’è quindi una dinamicità importante a cui dobbiamo far fronte. Noi ci rifacciamo al motto del nostro fondatore, Kazuma Tateisi, negli anni ‘30: “At work for a better life, a better world for all”. Partire dal bisogno espresso dalla società caratterizza ancora oggi la nostra visione di innovazione. Alla base c’è la SINIC theory (“Seed-Innovation to Need-Impetus Cyclic Evolution”), nata dall’idea che, per gestire un’impresa anticipando i bisogni sociali, si deve prevedere la società futura. La ricerca scientifica, la tecnologia e le esigenze sociali sono fortemente interconnesse, vivono una ciclicità e si influenzano a vicenda portandoci da un’era tecnologica all’altra. Fondando l’innovazione su questa teoria, possiamo superare anche il periodo che stiamo vivendo adesso». La strategia Omron per i prossimi dieci anni vuole rispondere in particolare a tre bisogni sociali: carbon neutrality, digital transformation e incremento delle aspettative di vita.
Armonia fra uomo e automazione
Per quanto riguarda l’automazione, stiamo vivendo una fase molto importante. Negli ultimi decenni siamo passati da un’automazione in cui le macchine sostituivano l’uomo, alla collaboratività fra uomo e macchina. Ora invece si sta facendo un passaggio ulteriore, quello verso l’armonizzazione, in cui l’uomo torna al centro: l’automazione è un veicolo per restituirgli lo spazio e la creatività del suo lavoro. In sintesi, creare armonia fra l’automazione di fabbrica e l’uomo con le sue capacità. «Nel nuovo scenario dell’automazione, le informazioni di processo in tempo reale vengono trasmesse agli operatori dell’impianto in modo che vengano intraprese immediatamente azioni correttive e preventive, mentre le macchine possono imparare da operatori esperti e gli operatori possono imparare dal funzionamento delle macchine».
Verso la fabbrica flessibile
E ora tocchiamo l’aspetto chiave del fare innovazione: la flessibilità. «Le fasi del processo produttivo hanno visto il passaggio dal mono product al multi-product, per soddisfare la necessità di avere più prodotti. Oggi invece sta iniziando la nuova fase any product, ovvero produrre più varietà di prodotti con minore quantità, mantenendo sempre una logica di efficienza, riduzione degli scarti e sostenibilità». In tutto questo, forte è il bisogno di avere sempre più operatori con competenze digitali. La fabbrica flessibile vede moduli fra loro connessi, con robot collaborativi, visione artificiale e tracciabilità, fino a definire il controllo di fabbrica attraverso l’intelligenza artificiale. Il futuro dell’automazione vede impianti, processi e persone integrati in una produzione autonoma e collaborativa che risponde a logiche interattive, integrate e intelligenti.
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