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CHE COSA SUCCEDERÀ IN FUTURO AL MONDO DEL MACHINERY?

In Italia il settore vale oltre 50 miliardi di euro, con ambiti come macchine utensili, macchine per il packaging, le macchine per lavorare legno, pietra, metalli, quelle per la stampa e tante altre. Nel mondo passerà da 275 miliardi a 435 nel 2030. Un report della società di consulenza traccia il futuro del settore, che crescerà trainato da servizi, software, IIot e servitizazione. Gli Oem vedranno utili tra il 20 e il 30%, le pmi sono a rischio. Aumenteranno gli m&a.

 

Il digitale è il re mida del machinery: dove viene applicato genera ricchezza. Il fatturato mondiale del comparto passerà dagli attuali 275 miliardi di dollari a 435 miliardi nel 2030. Una crescita trainata da analytics, applicazioni, servizi e soluzioni Industrial IoT. Un’offerta che porterà agli Oem una marginalità di gran lunga superiore all’attuale, con utili compresi tra il 20% e il 30% contro il 9% dell’hardware. Il volume di fatturato generato da quest’ultima componente scenderà dal 31% al 23% mentre il resto sarà generato da software, servizi e soluzioni. Entro il 2024, il 100% degli oem offrirà manutenzione predittiva e il 95% manutenzione da remoto e servizi orientati all’efficienza operativa. Un’offerta che sarà trainata da soluzioni e applicazioni sempre più specializzate e verticali.

 

Tutte le società di macchinari e attrezzature stanno perciò rivalutando i loro portafogli di attività, aggiungendo funzionalità e offerte nei segmenti a crescita più elevata. È un fenomeno che incentiva fusioni e acquisizioni poiché la sostenibilità si gioca sulla capacità di creare economie di scala. Nel 2021 il valore globale di transazioni M&A è stato infatti di 63 miliardi di dollari, risultato record superato solo dai 72 miliardi del 2020. Si investe per un futuro digitale. Il 44% di queste transazioni è focalizzato su cloud e analisi dei dati, i veri building block per creare valore as a service dalla vendita di prodotto. Insomma, è attorno al software che si gioca il futuro dei produttori di macchine utensili e automatiche, un comparto che continua ad essere uno dei pilastri dell’economia italiana e una delle maggiori fonti di fatturato per i fornitori di automazione industriale. Nel 2021, il fatturato del machinery si è attestato a 50,4 miliardi di euro, registrando un incremento del 21,6% rispetto al dato del 2020. Grazie a questa accelerazione, l’industria di settore non solo ha recuperato il terreno perso nel biennio precedente (2019-2020), ma ha addirittura migliorato il record che aveva segnato nel 2018.

 

La tendenza che si sta imponendo si concretizza in servizi che vengono proposti in funzione dell’utilizzo o sui risultati delle performance di macchina. Diventerà presto lo standard industriale. Entro il 2030 le principali aziende di macchinari venderanno hardware solo come parte di soluzioni che includono software e servizi, fornendo soluzioni integrate su specifiche esigenze dei clienti con nuovi modelli di business. Il modello centrato su servizi e soluzioni sarà dunque il fattore primario per la futura sostenibilità del comparto. Ma serve velocità, che al momento appartiene solo a un’élite del mercato, Meno del 5% ha eseguito con successo una trasformazione tecnologica o digitale abilitante un modello service-centrico.

 

fonte: Global Machinery & Equipment Report di Bain & Company

 

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