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IL PROJECT MANAGEMENT IN AZIENDA

Negli ultimi anni, la figura del project manager risulta una tra le più ricercate sul mercato. A valorizzare ulteriormente questo profilo professionale, è stata la norma UNI 11648 che stabilisce un insieme di criteri o requisiti base per la qualifica professionale di questa figura, in termini di standard di conoscenze, abilità e competenze. Oltre a questo, dobbiamo ricordare che, negli ultimi tempi, anche il concetto di ‘progetto’ ha assunto connotati più ampi, collegandosi sempre di più al tema della customer satisfaction. Il progetto, ad oggi, è inteso sempre di più come il raggiungimento di obiettivi che portano a ricevere risultati e benefici specifici. I clienti interni ed esterni, devono essere messi nelle condizioni di fruire adeguatamente e pienamente di beni e servizi qualitativamente e quantitativamente opportunamente realizzati. Così intese, le attività progettuali, trovano spazio in differenti ambiti, dalla realizzazione di nuove tecnologie, alla ricerca, sino a processi di riorganizzazione e ristrutturazione aziendale, tutti aspetti che non sono solo propri dell’industria, ma che appartengono anche ad altri settori come la pubblica amministrazione, le Università, gli istituti bancari e finanziari.

Il compito del project manager è quello di gestire un progetto e portarlo a conclusione rispettando scadenze e budget. Egli pianifica un progetto, lo coordina, ne monitora l’andamento in modo da raggiungere gli obiettivi prefissati, fungendo da punto di contatto tra l’organizzazione che finanzia il progetto e tutte le parti coinvolte nella sua realizzazione. I compiti che un project manager, per il successo del progetto, deve svolgere possono essere ricondotti a due aree: quella operativa, legata alle metodologie, agli strumenti e alle tecniche di lavoro per realizzare al meglio gli obiettivi del progetto (hard skills); quella relazionale concernente le dinamiche interpersonali e di comunicazione (soft skills).
Relativamente alla prima area, le competenze richieste ad un PM sono: competenze nella gestione di progetti, capacità di pianificazione strategica, gestione del rischio e gestione del cambiamento, conoscenza dei software per la gestione dei progetti, conoscenza tecnica delle attività specifiche del settore aziendale nel quale è coinvolto. Relativamente alla seconda, invece, le competenze richieste sono: capacità di gestione del tempo, capacità di negoziazione e risoluzione dei conflitti, adattabilità, leadership e capacità decisionali, pensiero critico e problem solving.

Qual è la formazione da seguire per diventare Project Manager?
La formazione varia a seconda del campo di lavoro ed inserimento di questa figura. Le lauree richieste più di frequente sono in Economia, Ingegneria Gestionale, Management. Tuttavia, per il coordinamento e la gestione di progetti in campi tecnici, come un Project Manager di Ingegneria o un Project Manager settore IT, è preferibile un diploma tecnico ed una laurea in Ingegneria, relativa allo specifico settore di riferimento.

Per coloro che abbiano l’ambizione di gestire e coordinare risorse, è utile frequentare corsi di project management (erogati da centri di formazione professionale privati o dalle Università stesse), e l’ottenimento di certificazioni in PM. L’azienda, dove si inserisce un project manager, deve, dal canto suo, dare al nuovo assunto tutti gli strumenti che gli consentano di gestire al meglio progetti e risorse. Se è vero che le soft skills, necessarie per svolgere il ruolo di project manager, si sviluppano attraverso la pratica e l’esperienza, occorre ridurre il rischio che alla fine, i tratti caratteriali, prendano eccessivamente il sopravvento. E’ proprio per questo motivo che le Aziende dovrebbero garantire ai loro manager una costante ed aggiornata formazione manageriale.

Francesca Montinaro, HR Manager AEPI Group