L’industria persegue da sempre l’obiettivo di incrementare la produzione attraverso l’ottimizzazione dei tempi e dei metodi e, nel farlo, si affida alla scienza e all’ingegneria.

 

Le scoperte meccaniche e l’evoluzione nello studio della robotica hanno portato all’avvento dell’automazione industriale ovvero dell’automatismo delle produzioni.

 

In questo scenario la meccatronica è diventato uno degli aspetti più interessanti dell’automazione di fabbrica, visti i possibili obiettivi di business concretamente perseguibili attraverso il suo impiego.

 

La meccatronica si configura come una disciplina marcatamente interdipartimentale ed è nata dall’intersezione di tre domini, meccanica, informatica ed elettronica con lo scopo di portare efficienza, ottimizzazione e flessibilità nelle fabbriche, che assumono così i connotati di industria 4.0 di cui tanto si parla, quella governata da automatismi industriali.

 

L’automatismo industriale altro non è una fusione di discipline attraverso cui vengono sviluppate software, programmi e macchine automatiche volte a migliorar la lavorazione industriale sostituendo la macchina all’uomo al fine di incentivare il processo industriale della messa a disposizione di prodotti in serie.

 

L’avvento di internet, della robotica e dell’informatica ha permesso di creare automatismi più precisi e sofisticati con comando a distanza o regolabili nel tempo grazie alla nascita di sensori wireless e bluetooth nonché di strumentazione dotata di intelligenza artificiale.

 

Se la meccatronica è funzionale all’automatismo industriale, entrambe rappresentano il nucleo del Supply  Chain, ossia la  gestione della catena di distribuzione mirata al controllo delle prestazioni e all’aumento dell’efficienza. In questa gestione sono incluse, ad esempio, la catalogazione sistematica dei prodotti e il coordinamento strategico dei vari membri della catena di distribuzione.

 

In sintesi la Supply Chain coincide con la gestione della catena di distribuzione in linea alla scienza della meccatronica e sulla base delle innovazioni degli automatismi industriali.

 

Fenomeni interconnessi e funzionali volti ad un unico obiettivo creare prodotti e servizi ottimizzando le spese a favore delle entrate conservando alti standard qualitativi.

 

E’ proprio nelle aziende costruttrici di macchine meno strutturate che trovano terreno fertile le applicazioni interdisciplinari come questa. Tuttavia, fare meccatronica, ha una complessità intrinseca che pone gli imprenditori faccia a faccia col problema delle competenze da mettere in gioco. Competenze che devono essere continuamente mappate e monitorate al fine di rendere l’impresa competitiva sul mercato del lavoro.

 

Il meccatronomo insieme al responsabile del Supply Chain tenendo conto degli automatismi industriali presenti all’interno dell’azienda, delle risorse umane impegnate e del tipo di attività svolta, hanno il compito di dar vita alla mappature delle competenze.

 

La mappatura consente di avere uno sguardo critico in merito alle caratteristiche e alla funzionalità del personale e degli automatismi impiegati.

 

L’analisi permette di individuare eventuali aree non efficienti e superare tali rallentamenti con soluzioni meccatroniche fatte di automatismi industriali volti a rafforzare ed ottimizzare i profitti garantendo l’efficientismo aziendale.

 

Su questo tema, per esempio, si è pronunciato il Professore Giambattista Gruosso che ha condotto uno studio volto a costruire una mappatura delle competenze meccatroniche in Italia.

“Il territorio in analisi – ha sottolineato il docente – è molto ricco e variegato, offre un tessuto di aziende ad alta vocazione tecnologica e di innovazione, insieme ad una forte componente di settori tradizionali’’.

 

Le aziende oggetto di questo studio sono di dimensioni diverse ed emerge una forte attenzione al processo aziendale e all’innovazione di fabbrica nelle grandi imprese, mentre è il prodotto il centro dell’innovazione nelle imprese di medie e piccole dimensioni.

 

Rimaniamo quindi in attesa dei prossimi risultati basati sull’analisi delle province di Modena, Parma, Reggio e Bologna per avere un quadro più completo e spunti di riflessione in più circa le tecnologie maggiormente diffuse e circa le consapevolezze delle aziende sul tema.

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